Grigia Ungherese - Ungheria
(Magyar szürke)

L’Ungheria ha dato origine a una delle razze podoliche più note, la Grigia Ungherese (Magyar szürke), strettamente legata all'ambiente della puszta, la steppa centrale ungherese. La razza era molto apprezzata in passato, e si diffuse anche in diversi paesi confinanti, tanto che alcuni zootecnici del passato denominavano l'intero ceppo podolico come “ungherese”.
Già nel 14° secolo mandrie di bovini di questa razza erano condotte su tratturi ai mercati di Venezia e Norimberga. L’Archivio della città tedesca di Augusta (Augsburg) riporta un divieto di vendere al mercato carne che non fosse di razza ungherese, considerata assolutamente superiore per la sua qualità, non intaccata dalla transumanza dalle pianure di origine.
La Grigia ungherese era poi molto apprezzata come animale da lavoro, resistente, frugale, adattabile a climi difficili e terreni poveri, con grande attitudine materna e facilità di parto.
Questa razza è straordinariamente somigliante alla Maremmana, grazie anche a ripetuti rinsanguamenti incrociati: ad esempio nel '700 secolo i Lorena, granduchi di Toscana, mandarono dei tori maremmani a rinsanguare il bestiame dei loro possedimenti di famiglia nella puszta.
Nel 1934 ci fu poi sia un acquisto di riproduttori ungheresi da parte della Cattedra Ambulante di agricoltura di Padova, per migliorare del bestiame Pugliese del Veneto, sia acquisto di riproduttori maremmani dell'azienda dell'Istituto Sperimentale Zootecnico a Tor Mancina, presso Roma, da parte di aziende zootecniche statali ungheresi (Hönsch, 1971a). Altri acquisti seguirono fino al 1944, e furono interrotti dagli eventi bellici; un ulteriore acquisto di tori maremmani per gli allevamenti ungheresi avvenne nel 1971.
La Grigia ungherese ha subito nel '900 un drastico calo, soprattutto con l'avvento in Ungheria del bestiame di razza Simmenthal. Nel 1870 la Grigia costituiva il 99% del patrimonio bovino ungherese, mentre nel 1967 era solo lo 0,005%, e l'opinione comune era che la razza fosse prossima ad estinguersi.
Fortunatamente lo stato ungherese individuò questa razza come un patrimonio zootecnico da salvare, e nell'autunno 1961 intraprese un programma di salvataggio, imponendo che le migliori cento bovine di ciascuna delle due principali aziende statali fossero allevate in purezza, in aziende dedicate, situate nell'habitat tipico della razza.
Il numero di capi è, a partire dagli anni '70, in continua crescita e nel 2004 era di 4965 vacche e 300 tori e con 200 iscritti all'associazione allevatori (Bodó et al., 2004).
La carriera riproduttiva delle vacche è molto lunga, con un record di 27 vitelli in 32 anni di vita.

Link esterni:

http://hu.wikipedia.org/wiki/Magyar_sz%C3%BCrke_szarvasmarha