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Razza Istriana - Croazia |
LIstria, penisola
adriatica che fu territorio italiano nel periodo tra le due guerre,
ha dato origine a due razze zootecniche, entrambe oggi a rischio
di estinzione: la razza ovina Istriana (detta anche Carsolina
o Pramenka) e la razza bovina Istriana.
Il nome ufficiale della razza bovina Istriana è Istarsko
govedo, ma è anche molto usato il nome popolare di Bokarin,
che deriva da uno dei nomi che in passato erano dati affettuosamente
ai buoi, considerati quasi membri della famiglia e, in particolare,
sarebbe l'adattamento del nome veneto Boscarin, che deriva da
bosco. Altri nomi popolari dellIstriana, sempre
derivati dai nomi propri dei buoi, sono Bakin e Kaparin
La razza è diffusa esclusivamente nella parte croata dellIstria,
mentre non è presente nella parte della penisola che appartiene
alla Slovenia.
La razza era originariamente a triplice attitudine, ma era apprezzata
in particolare per il lavoro, per la notevole docilità
e longevità dei buoi (localmente detti manzi), in grado
di lavorare anche fino ai 20 anni di età.
I buoi istriani erano, tra laltro, usati dalla Repubblica
di Venezia per il trasporto dei tronchi di rovere, per la costruzione
delle navi da guerra, che provenivano dal bosco istriano di San
Marco, proprietà del demanio veneziano.
Gli alberi crescevano piegati, con la punta legata a terra, in
modo da acquisire la curvatura che sarebbe servita ai mastri d'ascia
dell'Arsenale di Venezia per costruire la chiglia e il fasciame
delle galee.
La forma curva dei tronchi ne impediva però il trasporto
lungo il fiume Quieto (oggi detto Mirna), e si allestiva quindi
la carrettada, cioè il trasporto grazie alla
forza motrice dei buoi istriani, che venivano requisiti in gran
numero, fino anche a ventimila capi.
Il bue istriano era prezioso per il lavoro nei campi, e il possesso
di una pariglia di buoi, o "cubia de manzi" era considerata
una ricchezza, anche perché significava avere abbastanza
terra da arare, mentre i piccoli proprietari dovevano accontentavarsi
di un asino.
A partire dallinizio dell'Ottocento i bovini istriani furono
incrociati con bestiame podolico italiano (Pugliese del Veneto
e Romagnolo) e dal 1905 ci furomo nuovi incroci con tori romagnoli,
con buoni risultati sulla produttività e la fecondità.
Gli incroci proseguirono durante il possesso italiano dell'Istria,
quando furono promosse le prime associazioni di allevatori, che
tentarono di migliorare la razza, utilizzando anche tori maremmani.
I bovini incrociati risultarono però meno adatti al lavoro
in quanto avevano unghioni più teneri, quindi al congresso
zootecnico di Padova del 1931 si decise di sospendere gli incroci
e di selezionare gli animali più aderenti al tipo Istriano
primitivo, aprendo anche stazioni di monta.
Nel dopoguerra, passata lIstria alla Jugoslavia, il nuovo
governo decise di migliorare le produzioni zootecniche introducendo
massicciamente bestiame di razze estere, in particolare Simmental
e Bruna Alpina, e cercando, senza successo, di selezionare le
vacche istriane per la produzione di latte, senza comunque riuscire
a raggiungere le prestazioni produttive della razza Montafonac,
la Bruna Alpina locale.
I test effettuati di recente sulla frequenza dei geni che determinano
i gruppi sanguigni, comunque, hanno evidenziato una notevole distanza
dellIstriana dalle razze alpine, il che indica che gli incroci
con Simmental e Bruna Alpina non hanno inciso in modo significativo
sul patrimonio genetico della razza.
Lintroduzione delle razze estere e la meccanizzazione agricola
provocarono una drastica dimunuzione della razza dai 60.000 capi
degli anni 60 alle poche centinaia degli anni 80,
tanto che nel 1986 Mirko Prijatelj girò un film intitolato
"Boskarin", con lintento di salvare almeno la
memoria di questi bovini, prevedendone limminente estinzione.
Solo la passione e la lungimiranza di pochi allevatori permisero
di evitare la scomparsa totale della razza, grazie a una efficace
attività di salvataggio, iniziata nel 1988 con listituzione
del libro genealogico. Nel 1989 i fratelli Aldo e Marino tifanic
di Vinjan (Visignano dIstria) e Miroslav Haber di
Rovinj (Rovigno) fondarono lassociazione allevatori S.U.I.G.
(Savez uzgajivaca Istarskog goveda), con sede a Vinjan.
Il mantello dellIstriana è grigio uniforme, più
chiaro nelle vacche e con aree più scure nei tori, in particolare
su collo, spalle, torace, ventre, parte della faccia e lato anteriore
degli arti anteriori. Il musello e gli occhi sono bordati di bianco.
I vitelli nascono fromentini e a tre mesi prendono il colore grigio
Devono essere neri le estremità delle corna, il ciuffo
della coda, il fondo dello scroto, le ciglia e mucosa delle palpebre,
il bordo delle orecchie, il musello, la lingua ed il palato; un
carattere molto apprezzato è la presenza di due righe verticali
sulla faccia.
La testa è allungata con occhi neri e vivaci, le corna
sono molto lunghe e misurano circa un metro ciascuna, grige o
grigio giallastro, con punte nere, a lira nella vacca ed a mezza
luna nel toro. Ai buoi, e a volte anche ai tori e alle vacche,
si applicano delle palline di ottone sulle punte delle corna,
per evitare ferimenti, anche accidentali, dovuti alla loro ampiezza.
Lo scheletro è robusto, con arti potenti, dotati di articolazioni
spesse e di unghioni duri e resistenti.
Laltezza media al garrese è di 148 cm nel toro e
138 cm nella vacca, mentre il peso vivo è di 900 kg per
il toro e 625 kg per la vacca; i buoi superano agevolmente i 1000
kg alla maturità, che è molto tardiva, intorno ai
6 anni,
I bovini istriani hanno un ottimo adattamento alla regione carsica
e sono molto resistenti alle alte temperature estive ed alla ridotta
disponibilità di alimenti e dacqua.
Infatti la notevole frugalità permette loro di sfruttare
i pascoli rocciosi e aridi dellIstria, che costituiscono
la loro principale fonte di alimento, e di brucare le fronde degli
alberi e degli arbusti, contribuendo così anche alla pulizia
dei boschi.
La dieta prevede solo poche integrazioni di fieno, paglia o foglie
secche di mais e la crusca è fornita solo a vacche in lattazione
e buoi impegnati in lavori pesanti. Il periodo di stabulazione
va dai 2 ai 6 mesi lanno.
Le vacche producono 800-1200 litri di latte per ogni lattazione,
che è interamente a disposizione del vitello, mentre dopo
lo svezzamento può venire munta la produzione residua di
6-8 litri al giorno, che ha unottima percentuale di grasso
(può arrivare al 7%), e una buona percentuale di proteine.
Il latte, spesso misto a quello di pecore della citata razza istriana,
viene trasformato in formaggi per uso familiare.
Le vacche si distinguono per una grande facilità di parto,
un alta prolificità e una lunghissima carriera riproduttiva,
con parti anche oltre i 30 anni di età.
La mansuetudine dei bovini Istriani, in particolare dei buoi da
lavoro, è testimoniata da numerosi aneddoti, e gli allevatori
assicurano che una pariglia di buoi è in grado di arare
da sola un campo, se solo la si assiste mettendo laratro
nel solco a ogni voltata.
La guida è affidata soprattutto a comandi vocali (ad esempio
"sa" per andare a sinistra e "sti" a destra),
mentre luso frequente del frustino è considerato
segno di scarsa abilità da parte del conduttore ("cazador
de manzi").
È curioso notare che, tra gli animali iscritti al libro
genealogico, ricorrano spesso gli stessi nomi: tra le vacche Galjarda,
trascrizione slava dellitaliano Gagliarda, Savina,
Furmina, Srneja e Viola.
Per i tori ed i buoi sono frequenti i nomi distintivi della razza,
Bokarin, Bakin e Kaparin, ma anche Galjardo, e Napoli, nome
dato ai discendenti di un omonimo toro di razza pugliese.
I bovini Istriani sono protagonosti di due eventi annuali, molto
vicini tra loro: il mercato di Vinjan, l'ultimo giovedì di luglio, e la festa di S. Giacomo (Jakovlja), a Kanfanar (Canfanaro),
l'ultimo sabato di luglio.
Questultima festa, ripristinata nel 1991, è tutta
dedicata ai buoi istriani, che giungono da tutta la regione. Gli
animali sono in competizione per lestetica, per il peso
(nel 2006 ha vinto un bue di 1254 kg), e per lobbedienza,
con prove di aratura su un campo ai margini del paese.
Durante la festa i buoi con i loro conduttori sfilano per le vie
del paese, sciolti o aggiogati in pariglie, trainando i tradizionali
carri agricoli istriani.
Gli animali vincitori di premi nelle varie categorie sono festeggiati
e premiati con corone di alloro; infine la Jakovlja si chiude
con una festa a base di musica, danze e birra che dura fino al
mattino.
AA.VV.
(1999) Monografia sul bovino istriano. Associazione allevatori
del bovino istriano, Vinjan, Croazia.
Livio Dorigo (1995) Il boscarin, reliquia genetica. Jurina i Franina,
59: 71-73. Libar od Grozda, Pula, Croazia. (citato su:
http://www.istrianet.org/istria/fauna/cattle/boskarin1-ita.htm)
Neven Rimanic (1990) Gonii i avrinke, Kalendar 1990. Franina i
Jurina, p. 130-132. Libar od Grozda, Pula, Croazia. (citato su: http://www.istrianet.org/istria/fauna/cattle/boskarin-endangered-eng.htm)