Romagnola - Italia

La razza Romagnola ha origini antichissime, derivando dal "bos Taurus macroceros" (uro dalle grandi corna), bovino che ha avuto la sua culla nelle steppe dell'Europa centro-orientale, originando diverse razze simili per costituzione, tipo, mantello, forma della testa e degli altri. Nel IV sec. d.C. le orde barbariche dei Goti guidate da Agilulfo giunsero in Italia con tutti i loro beni, bovini compresi. Una parte di queste popolazioni si insediò nelle fertili terre della Romagna e dai loro bovini ebbe origine la razza Romagnola. Diffusasi nelle attuali province di Forlì, Ravenna, Bologna, Ferrara e Pesaro, questa razza ha trovato un ambiente favorevole, ricco di foraggi, con un buon clima. Per secoli l'attitudine principale di questa razza fu quella dinamica, per adempiere alla quale, su quelle terre forti e tenaci, occorreva un bovino con anteriore ben sviluppato, struttura solida, arti brevi e robusti. La meccanizzazione e la evoluzione delle tecniche colturali fecero sì che, soprattutto nella seconda metà del XVIII sec., la razza subisse una selezione più indirizzata alla produzione della carne, attitudine incrementata nel tempo e resa elettiva nel bovino romagnolo attuale. Le caratteristiche morfologiche e funzionali di razza specializzata per la produzione di carne, unitamente ai trascorsi dinamici che ne garantiscono una grande robustezza, hanno posto la Romagnola all'attenzione di allevatori stranieri e, a partire dagli anni '70, la razza è stata introdotta in vari Paesi esteri quali Gran Bretagna, Irlanda, Canada, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Australia, Argentina, Messico. L'equilibrio tra caratteri da carne e caratteri di allevamento, unitamente ad una estrema resistenza in condizioni ambientali difficili ed alla comprovata qualità delle sue carni, organoletticamente superiori, collocano la Romagnola nel novero delle migliori razze bovine da carne esistenti. Nel XVIII sec., stante l'attitudine dinamica, inizia l'attività di selezione della Romagnola anche verso la produzione di carne, operazione che nel 1800 trasforma i bovini romagnoli in eccellenti animali a duplice attitudine, carne e lavoro. Un sostanziale impulso alla evoluzione verso il bovino romagnolo moderno venne dato con la costituzione, intorno alla metà del 1800, di un importante nucleo di miglioramento e selezione della razza presso l'azienda Torlonia di S. Mauro Pascoli. Grazie alla capace opera dell'ingegner Leopoldo Tosi, la razza compì in breve tempo enormi progressi che le consentirono di collezionare importanti affermazioni sia in Italia che all'estero, tanto che alla mostra di Parigi, nel 1900, la Romagnola venne premiata insieme alla Hereford come migliore razza da carne. Dalla azienda Torlonia si irradiarono nell'area di allevamento numerosi riproduttori, tra i quali si rilevarono determinanti soprattutto Medoro ed Eros, in quanto fissarono nella razza la tipologia del bovino specializzato a produrre carne. La selezione iniziale fu per lo più fenotipica ma anche abbinata alla valutazione delle attitudini funzionali (mediante pesature alle età tipiche) e della capacità di trasmissione dei caratteri desiderati. Soprattutto in occasione di raduni e mercati (ricordiamo in particolare S. Pietro in Vincoli e Lugo) avveniva il confronto tra le progenie dei migliori riproduttori, che può essere considerato una forma semplificata di "progeny test" e che contribuì al miglioramento della razza. Attualmente la necessità di disporre di soggetti sempre più produttivi e rispondenti alle richieste del mercato ha spinto la selezione verso un tipo di animale più moderno ed efficiente, in cui siano esaltate le caratteristiche legate alla produzione della carne. Per tale ragione l'ANABIC, attraverso il proprio Centro Genetico, ha avviato per la razza Romagnola un piano selettivo basato sui più avanzati concetti di miglioramento genetico e produttivo del bestiame. I riproduttori vengono selezionati attraverso le prove di performance, secondo i seguenti criteri: capacità di accrescimento, muscolosità stima di alte rese alla macellazione ed allo spolpo, nel rispetto della tipicità della razza stessa. La scelta delle femmine avviene sia in base a criteri morfologici e della efficienza riproduttiva, che in funzione dell'attitudine materna, ovvero la capacità di far crescere i propri figli nella fase di allattamento. Lo schema di selezione si avvale inoltre di accoppiamenti programmati, dei migliori tori provati sulle migliori vacche indicizzate per la capacità materna, con il più largo ricorso possibile alla F.A. e al trapianto embrionale.